I ricercatori dell’Università della California Riverside hanno scoperto una molecola vegetale - il metabolita MEcPP – capace di avere “un effetto sorprendente” sui batteri: sarebbe capace di interrompere lo sviluppo del biofilm, l’involucro protettivo che impedisce l’azione degli antibiotici.
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Grazie per aver dato vita ad una comunità virtuale sempre più consapevole dei rischi legati al morso di zecca, delle malattie che possono derivare, dell’importanza di usare la prevenzione come arma di difesa.
Le Hyalomma marginatum, note come zecche giganti e conosciute per la loro capacità di trasmettere gravi malattie come la febbre emorragica Crimea-Congo (CCHF), hanno trovato il modo di diffondersi a bordo delle automobili. Lo rivela l’ Agenzia austriaca per la salute e la sicurezza alimentare (Vienna), segnalando diversi casi di Hyalomma marginatum “importati da viaggiatori con auto private” al rientro da una vacanza in Croazia.
Le zecche sono in grado di sopravvivere a eventi meteorologici estremi, anche accompagnati da periodi di gelo intenso.
Trovare una zecca sulla pelle di un bambino può generare ansia e indurre i genitori a cercare assistenza medica per rimuoverla o per verificare se l'auto-rimozione è stata corretta. Fondamentale è togliere la zecca il più rapidamente possibile: meno rimane sulla pelle, più si riduce il rischio di infezione. Vale anche se la rimozione è parziale: interrompe in ogni caso la possibile trasmissione di agenti infettivi.
Ai pazienti con malattia di Lyme e soprattutto a quanti sviluppano sintomi persistenti dopo il trattamento (dolore, disturbi neuro-cognitivi, affaticamento) sono proposte – non di rado - terapie alternative, come quella con ossigeno iperbarico. Prevede la somministrazione di ossigeno ad alte pressioni, per diverse sedute, all’interno di un ambiente chiuso.
L’Ixodes ricinus, comunemente chiamata la “zecca dei boschi”, è un vettore importante di varie malattie, come la borreliosi di Lyme e la Tbe (encefalite da zecche). A causa del cambiamento climatico si prevede che la sua distribuzione aumenterà, portando a un aumento anche delle malattie trasmesse.
Mentre prosegue la sperimentazione clinica del VLA15, il candidato vaccino di Pfizer-Valneva per la prevenzione della malattia di Lyme, c’è una notevole spinta allo sviluppo di vaccini che prendono di mira le zecche invece delle singole infezioni. L’obiettivo è prevenire la trasmissione di molteplici agenti patogeni dalle zecche all’uomo.
Perché alcune persone guariscono rapidamente dal morbo di Lyme, mentre altre sperimentano mesi, anni o addirittura decenni di sintomi debilitanti? Una nuova ricerca della Tufts University - l’università privata del Massachusetts (USA) – cercherà di fare luce sulle cause della cosiddetta «malattia cronica» con l’obiettivo di far avanzare le conoscenze sui meccanismi che determinano i diversi esiti dell’infezione per trovarne i rimedi.