La zecca

La zecca è un artropode, appartenente alla classe degli aracnidi e all’ordine degli acari.
In termini più semplici questo significa che la zecca è dotata di zampe articolate, presenta affinità con ragni e scorpioni e ha dimensioni piuttosto piccole: da qualche millimetro a circa un centimetro.
La zecca è anche un ematofago obbligato: per sopravvivere e riprodursi deve nutrirsi di sangue. Questa necessità la porta ad essere un parassita di numerose specie animali e occasionalmente anche dell’uomo.

Le specie di zecca più diffuse


Le zecche si dividono in due grandi famiglie: le Ixodidae, chiamate anche «zecche dure» per lo scudo rigido che ne riveste il dorso, e le Argasidae o «zecche molli», prive invece della protezione dorsale.

Conoscere le zecche dure

Le zecche dure sono le più pericolose: si adattano a vivere in ogni spazio verde e sono vettori di molti agenti infettivi (batteri, virus, rickettsie e protozoi).

Mordono soprattutto da febbraio a novembre, con due picchi in primavera e autunno, ma possono restare attive praticamente tutto l’anno se gli inverni sono miti e piovosi.

Attraversano tre stadi di sviluppo (larva, ninfa, forma adulta) e per passare da uno stadio all’altro devono compiere un pasto di sangue. A livello di larve e le ninfe preferiscono gli uccelli e i mammiferi di piccola taglia (roditori selvatici, lucertole e uccelli terricoli); le zecche adulte invece privilegiano i grandi mammiferi, siano selvatici (cervi, daini, cerbiatti, cinghiali) o domestici (come il cane). Ad ogni stadio possono tuttavia attaccare l’uomo.

Il loro pasto di sangue è continuo e graduale e può durare da 36 ore a dodici giorni. All’inizio si nutrono lentamente e aumentano poco di volume; col passare del tempo diventano più avide e aumentano di dimensioni in modo evidente.
La zecca dei boschi (Ixodes ricinus) è la specie di zecche dure più comune in Italia e la più rischiosa per l’uomo: può trasmettere la malattia di Lyme e l’encefalite da zecche o TBE.

Come si attaccano all’ospite

Le zecche non volano e non saltano. Per procurarsi il pasto si mimetizzano fra l’erba, le foglie e gli arbusti e attendono pazientemente di essere sfiorate. Basta il semplice contatto perché si attacchino all’ospite (o al suo vestiario) e si mettano in cerca di un lembo di pelle dove ancorarsi. Dopo la incidono, vi piantano l’apparato boccale e iniziano a nutrirsi lentamente, riuscendo a rimanere attaccate e mangiare anche se l’ospite si muove.
Poiché la loro saliva contiene diverse sostanze anestetiche e in grado di abbassare le difese immunitarie, difficilmente l’ospite si accorge di avere una zecca sulla pelle.

La particolarità del pasto

Mentre aspirano il sangue le zecche trattengono quanto serve al loro metabolismo e “rigurgitano” la parte che non utilizzano. Nella fase di rigurgito trasmettono anche gli agenti patogeni contenuti nel loro corpo. Conclusa l’operazione si staccano volontariamente e si lasciano cadere a terra.

Dove vivono le zecche

Le zecche dure sono presenti in quasi tutti gli ambienti naturali, da quelli più umidi e ricchi di vegetazione, a quelli più caldi, dove la vegetazione è rara.

I loro posti preferiti sono:

  • le zone di sottobosco umide e soleggiate
  • i territori di passaggio della fauna selvatica
  • i pascoli soleggiati
  • le radure incolte
  • i parchi naturali, le oasi e le riserve faunistiche.

Le zecche sono normalmente presenti nelle zone rurali e si sono adattate a vivere anche in molti spazi verdi di città (parchi urbani, giardini, aiuole). Praticamente si possono incontrare ovunque ci sia un ospite da parassitare.