Lyme, si sperimenta l’igromicina A

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Nei giorni scorsi è iniziata la sperimentazione clinica sull’uomo di un nuovo potenziale antibiotico per curare la malattia di Lyme. Si tratta dell’ igromicina A, identificata nel 2021 da un team di ricerca della Northeastern University di Boston come antimicrobico eccezionalmente efficace nel distruggere il battere responsabile della malattia (Borrelia burgdorferi).

A dare la notizia è la Flightpath Biosciences di Detroit, l’azienda impegnata a sviluppare il nuovo farmaco (denominato FP-100) in forza della licenza ottenuta dai ricercatori di Boston.

 

Le fasi della sperimentazione

 

La prima somministrazione dell’igromicina A in forma orale ha preso il via il 10 maggio con un gruppo di volontari adulti sani. Tutti itest clinici si svolgeranno in unico centro e coinvolgeranno complessivamente 72 partecipanti.

Si tratta della fase iniziale (fase 1) degli studi clinici a cui sarà sottoposto il candidato farmaco e ha lo scopo di valutare la sua sicurezza e tollerabilità.

Se l’esito delle prove sarà positivo la sperimentazione proseguirà con ulteriori due fasi per accertare:

- i risultati prodotti dal farmaco nel trattamento della malattia di Lyme, individuando il dosaggio corretto (fase 2)

- l’efficacia del farmaco, gli effetti collaterali e il rapporto fra rischi e benefici del suo utilizzo in un gruppo molto esteso (da centinaia a migliaia) di persone colpite dall’infezione (fase 3).

Oltre a determinare l’efficacia dell’igromicina A, gli studi focalizzeranno anche tipologia e frequenza delle reazioni avverse e i relativi fattori predisponenti (età, sesso, patologie associate e impiego di altri farmaci).

Al termine delle tre fasi, se i test indicheranno l’igromicina A come “preparato sufficientemente efficace e sicuro”, sarà presentata la richiesta di approvazione del nuovo farmaco alla FDA americana per la sua immissione in commercio.

 

Cosa sappiamo dell’igromicina A

 

L’igromicina A è un antibiotico scoperto nel 1953, ma di cui si era abbandonato l’utilizzo per la debole azione esercitata contro gran parte dei batteri.

Nel 2021 i ricercatori della Northeastern University hanno però dimostrato la sua capacità di:

- agire selettivamente e in modo altamente efficace contro la Borrelia, agente causale della malattia di Lyme

- eliminare l’infezione nei topi dopo 5 giorni di trattamento, senza provocare effetti collaterali indipendentemente dalle dosi.

I risultati delle indagini sono stati pubblicati nella rivista Cell il 14 ottobre 2021, ma ci sono voluti quasi tre anni per trovare un’azienda disponibile a testare l’igromicina A come “candidato interessante per curare la malattia di Lyme”.

 

Le differenze con gli attuali antibiotici

 

Oggi la malattia di Lyme viene trattata con antibiotici ad ampio spettro, attivi verso una vasta gamma di batteri. Nonostante la loro riconosciuta efficacia antimicrobica presentano due problemi di carattere generale:

- possono aggredire anche i batteri “buoni” della flora intestinale, originando sintomi fastidiosi (vomito, diarrea, dolori addominali)

- a causa del loro ampio e non sempre corretto utilizzo su vasta scala si è originato il fenomeno dell’antibiotico-resistenza, facendo emergere ceppi batterici resistenti all’azione dei farmaci.

L’igromicina A è invece un antibiotico a spettro ristretto che agisce in modo specifico e selettivo contro l’agente causale della malattia di Lyme, senza coinvolgere “i batteri intestinali sani”.

Poiché assomiglia ai nutrienti essenziali di cui si ciba il patogeno difficilmente potrà dare origine a fenomeni di resistenza. Se infatti il battere di Lyme impedisse all’igromicina di funzionare bloccherebbe anche la sua capacità di nutrirsi.

 

Le aspettative sul nuovo farmaco

 

L’annuncio della sperimentazione, in coincidenza con il mese di sensibilizzazione sulla malattia di Lyme(maggio), sottolinea l’impegno a trovare nuovi farmaci e nuove strategie di trattamento. Il meccanismo d’azione dell’igromicina A va in questa direzione e rappresenta una potenziale svolta nella ricerca di terapie per combattere l’infezione più diffusa dalle zecche.

A parere degli sviluppatori il nuovo farmaco potrà “cambiare il paradigma del trattamento e, auspicabilmente, ottenere risultati migliori” arginando le complicanze a lungo termine della malattia di Lyme.

Una promessa che ha portato la Steven & Alexandra Cohen Foundation, la Bay Area Lyme Foundation e la Global Lyme Alliance a essere partner degli studi sull’igromicina A e sostenere finanziariamente lo sviluppo del farmaco.

I tempi del progetto non sono tuttavia brevi e i primi risultati della sperimentazione clinica sono attesi per il 2025.

 

 

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Fonte immagine: Instagram, Global Lyme Alliance