Le zampe zebrate hanno fatto pensare a una nuova specie di zecca, di origine tropicale, da poco comparsa in Italia. In realtà si tratta di “Hyalomma marginatum”, un tipo di zecca endemico nei paesi mediterranei e la cui presenza in Italia è conosciuta da tempo.
A livello scientifico non esiste la definizione di malattia di Lyme cronica. È tuttavia vero che, in una piccola percentuale di casi, i sintomi possono persistere anche dopo il trattamento con antibiotici, lasciando una lunga scia di disturbi (affaticamento marcato, maggior sensibilità al dolore, disturbi del sonno, confusione mentale e difficoltà cognitive), la cui durata può protrarsi a lungo nel tempo.
L’apertura della stagione venatoria ripropone il problema delle zecche sia per i cacciatori, sia per i loro cani. Per quanto il problema sia conosciuto e difficile da risolvere, ci sono delle buone abitudini in grado ridurre le possibilità di contatto con le zecche e contenere gli effetti del loro morso.
Prevenire è sempre meglio di curare e nel caso delle zecche la prevenzione gioca un ruolo importante. La regola vale anche per le escursioni in bicicletta (e soprattutto in moutain bike) quando i percorsi attraversano zone boschive e spazi naturali con erba incolta e vegetazione spontanea.
Le zecche sono un’insidia anche per gli animali da compagnia, in particolare per i cani che fanno vita all’aperto e che, proprio come l’uomo, possono venire contagiati dal morso e sviluppare malattie pericolose e talora gravi.
Le zecche possono diventare il «rovescio della medaglia» di un buon raccolto di funghi, soprattutto quando si esplorano zone umide e ombreggiate, ricche di sottobosco, erba e cespugli.
Un video-cartone di 4 minuti per far conoscere a bambini ed escursionisti chi sono le zecche e come (e perché) prevenire il loro morso.
Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ha aggiornato le mappe sulla distribuzione delle zecche in Europa.
Da metà maggio a metà luglio il Trentino ha registrato 10 nuovi casi di encefalite da zecche, per alcuni dei quali si è reso necessario il ricovero in ospedale.
Il miliardario inglese John Caudwell, vedendo tutta la sua famiglia colpita dalla malattia di Lyme, ha ipotizzato che dovesse diffondersi come l’AIDS.