Covid-19 e morbo di Lyme sono due patologie molto diverse, ma con alcune caratteristiche comuni. Entrambe sono chiamate malattie “simulatrici” perché possono presentarsi con disturbi vaghi e generici, non sempre facili da interpretare.
Nei giorni scorsi è stato annunciato l’inizio di un nuovo studio clinico di Fase II per il candidato vaccino contro la malattia di Lyme. Servirà a testare nuovi schemi di dosaggio (numero di dosi necessarie per l'immunizzazione primaria ed eventuali richiami) e comprenderà l’ampliamento dei soggetti coinvolti nella sperimentazione, includendo bambini e ragazzi di età compresa tra i 5 e i 17 anni.
Le evidenze scientifiche di cui disponiamo non documentano controindicazioni particolari alla vaccinazione anti-Covid per i pazienti affetti dalla malattia di Lyme.
Secondo uno studio di Nomisma (società di consulenza strategica e aziendale) la pandemia provocata dal Covid-19 ha fatto saltare in Italia oltre 11 milioni di controlli e accertamenti clinici non urgenti. Anche la malattia di Lyme rientra nel conto?
Il meteo di questi giorni regala un anticipo di primavera e invoglia passeggiate, escursioni e attività nel verde. Purtroppo aumentano anche i rischi di subire un morso di zecca.
È convinzione diffusa che alcuni oli essenziali abbiano la proprietà di prevenire e proteggere dai morsi di zecca. C’è da fidarsi?
Un rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) aiuta a fare chiarezza, proponendo un’analisi rigorosa delle ricerche e delle evidenze scientifiche disponibili.
Ad alte temperature le zecche cambiano abitudini e invece di aggredire i loro ospiti abituali (animali selvatici o domestici) preferiscono attaccare l’uomo. Non è una fake news ma il risultato di uno studio americano realizzato dall’università della California e presentato al 68° incontro annuale dell’American Society of Tropical Medicine and Hygiene, che si è svolto a fine 2020.
In Cina c’è un nuovo virus trasmesso dal morso di zecca. Si chiama Alongshan (ALSV) e provoca febbre alta (da 38,5 a 39,2), mal di testa, affaticamento, nausea, eruzioni cutanee, dolori ai muscoli e alle articolazioni. Non causa complicazioni permanenti, ma può portare al coma in un’alta percentuale di casi (circa un paziente su tre).
Nel sito c’è la presentazione di una nuova malattia, la Febbre emorragica di Crimea-Congo (Crimean-Congo Haemorrhagic Fever – CCHF). È una grave infezione virale che si trasmette con il morso di zecche infette o per contatto diretto con sangue e tessuti di un animale contagiato. Può inoltre diffondersi da persona a persona, provocando gravi epidemie.
Una nuova zecca, di origine asiatica, si sta velocemente diffondendo negli Stati Uniti. Si tratta della Haemaphysalis longicornis (o zecca dal corno lungo), nota come vettore di diversi agenti infettivi (batteri, virus, protozoi) che può trasmettere, con il morso, ad animali selvatici, da allevamento e domestici, oltre che all’uomo.
Dall’originario New Jersey dove è stata individuata nel 2017 si è già diffusa in 12 stati americani e gli esperti prevedono che possa espandersi in gran parte del nord America.