La malattia di Lyme corre in internet

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Si chiama Lymelight ed è un nuovo metodo, sviluppato negli Stati Uniti, per monitorare l'incidenza della malattia di Lyme sul territorio, sfruttando le ricerche effettuate in internet.

Calcola il numero di utenti che cercano informazioni sulla malattia tramite Google, aggrega ed elabora tutta una serie di dati pubblicamente disponibili (compresi tweet, sondaggi e post pubblicati in rete) e deduce quali sono le aree geografiche maggiormente interessate, arrivando così a definire i probabili epicentri d’infezione, per poi classificarli in ordine di importanza.

Lo scopo

Lymelight è un metodo sperimentale, nato per far progredire le conoscenze sulla reale diffusione della malattia di Lyme mediante un approccio di "epidemiologia digitale", che utilizza dati generati al di fuori del sistema sanitario per fornire con rapidità informazioni utili:

- a incentivare misure di prevenzione

- migliorare la diagnosi

- elevare e standardizzare la qualità delle cure.

Il suo obiettivo è integrare le statistiche ufficiali, spesso pubblicate con ritardo e basate su dati parziali, raccolti manualmente.

Internet: una miniera di dati

Secondo il centro americano di ricerche demografiche e sociali Pew Research nel 2019 il 72% degli utenti di internet ha cercato online informazioni sulla salute e di questi il 77% ha iniziato la propria indagine su un motore di ricerca.

Il punto di partenza di Lymelight è che ogni ricerca (al pari di ogni tweet e “mi piace” su Facebook e di ogni interazione con una App scaricata sul cellulare) lascia una traccia che può essere raccolta, rielaborata e tradotta in dati digitali, utilizzabili per costruire un quadro generale sulla diffusione di una malattia in un determinato momento e in uno specifico territorio, con possibilità anche di fare previsioni a medio e lungo termine.

Le stime della malattia di Lyme negli USA

Fino a poco tempo fa si credeva che la malattia di Lyme colpisse circa 30mila americani ogni anno. Una indagine basata sulle richieste di indennizzo per l'assicurazione sanitaria, i dati forniti da laboratori clinici e le segnalazioni di pazienti ha portato i Centri americani per la prevenzione e il controllo delle malattie (CDC) a ipotizzare in 300mila gli americani affetti annualmente dalla malattia. Una previsione recentemente corretta in rialzo, con una stima di 476mila nuovi casi all’anno.

La situazione in Italia

Nel nostro Paese i dati ufficiali sulla diffusione della malattia di Lyme sono pochi e decisamente datati. Nel 2000 una circolare del Ministero della salute riferisce un migliaio di casi nel periodo 1992-1998.

Altri dati successivi, estrapolati dal Sistema Informativo nazionale sulle Malattie Infettive – SIMIWEB, riportano 312 casi accertati dal 2010 al 2014.

Più recentemente il Gruppo Italiano per lo Studio della Malattia di Lyme (GISML) ha stimato che in Italia si verificano circa 500 nuovi casi ogni anno.

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