Più della metà dei pazienti con cardite di Lyme riceve un pacemaker per una “condizione facilmente curabile con gli antibiotici”. Accade in Svezia e a rivelarlo sono i ricercatori dell’università di Göteborg, secondo i quali gli stessi risultati sono “generalizzabili ad altri paesi europei”.
Gestire la malattia di Lyme, o il sospetto di malattia, con un percorso diagnostico-terapeutico alternativo al sistema sanitario pone a carico dei pazienti notevoli costi economici e sociali. È quanto evidenzia per la prima volta uno studio francese, realizzato dal Centro ospedaliero universitario di Clermont-Ferrand, il quale sottolinea come l’esecuzione di “esami non raccomandati” (dalle linee guida internazionali) e il ricorso a trattamenti non convenzionali siano fonte di spese elevate e possano tradursi in “cattiva gestione” della malattia.
Dopo Lecco l’allerta per l’encefalite da zecche (Tbe) si estende a tutto il territorio lombardo. A raccomandare attenzione per possibili casi di malattia nell’intera Regione è uno studio realizzato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna (IZSLER), pubblicato sul numero di febbraio di Emerging Infectious Disease.
Il vaccino sviluppato da Pfizer e Valneva contro la malattia di Lyme, noto come “VLA 15”, ha ripreso la sperimentazione clinica sull’uomo (sperimentazione di Fase 3) con partecipanti di età compresa tra 9 e 90 anni. La previsione è di concludere i test entro il 2025 e, supponendo risultati positivi, di immettere il vaccino sul mercato nel 2026.
Una malattia complessa, in costante aumento, ma ancora poco sconosciuta e capace di porre impegnative sfide diagnostiche. È il ritratto della malattia di Lyme scaturito dai due webinar promossi dall’Associazione Lyme Italia e coinfezioni il 26 gennaio e il 2 febbraio scorsi. Entrambi gli eventi sono stati realizzati in collaborazione con il GISML-Gruppo italiano per lo studio della malattia di Lyme, gli Istituti Fisioterapici Ospitalieri, l’Istituto Dermatologico San Gallicano e si sono avvalsi della direzione scientifica della dott. Fulvia Pimpinelli e del prof. Maurizio Ruscio.
Una ricerca della Tulane University (USA) ha rilevato “la maggiore efficacia di una combinazione di antibiotici nel trattamento della malattia di Lyme rispetto al ciclo comunemente prescritto di un singolo antibiotico”. La scoperta, pubblicata su Frontiers in Microbiology, fa seguito a una serie di sperimentazioni condotte in laboratorio su un modello murino e potrebbe aprire la strada a nuove cure, in particolare nei casi di mancata risposta al trattamento antibiotico standard.
I cambiamenti climatici agevolano la diffusione della malattia di Lyme, trasformandola in minaccia sempre più presente a livello locale e globale. Per gli esperti l’innalzamento delle temperature e gli eventi ad esso associati faranno aumentare anche i casi di febbre del Nilo Occidentale (West Nile fever), dengue e malaria.
La morte per encefalite da zecche (Tbe) di due esemplari di fauna selvatica in bassa Valvarrone – monte Legnoncino ha fatto scattare l’allerta in provincia di Lecco. Per evitare possibili contagi alle persone l’Azienda sanitaria (ATS della Brianza) raccomanda massima attenzione a quanti abitano, lavorano o frequentano, anche per escursionismo, le aree montane.
Yoga e meditazione possono alleviare i sintomi della malattia di Lyme post trattamento (PTLDS)? Uno studio clinico del Centro di ricerca sulle malattie trasmesse dalle zecche del Columbia University Irving Medical Center di New York (USA) dimostra come possano agire positivamente nel ridurre i disturbi multisistemici, migliorando l’umore, il sonno, il fisico e le facoltà cognitive.
Ci stiamo avvicinando rapidamente a Natale. A tutti coloro che ci seguono online rivolgiamo i nostri migliori auguri e la nostra gratitudine per la fiducia e il sostegno.