Tbe. A Belluno boom di vaccinazioni

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La temuta encefalite da zecche (o Tbe) torna a colpire l’area bellunese e il primo bilancio estivo conta tre ricoveri presso l’ospedale San Martino, fortunatamente risolti con la guarigione dei pazienti.

Negli ultimi 10 anni Belluno ha registrato il 40% dei casi nazionali di malattia, un primato che ha spinto l’ULSS Dolomiti a porre in atto un piano vaccinale straordinario contro la Tbe, decollato nel 2020 con 15mila dosi somministrate gratuitamente ai residenti nel territorio provinciale.

Diecimila vaccinati entro l’estate

Per il 2021 l’azienda sanitaria bellunese è pronta a realizzare quasi 10mila ulteriori vaccinazioni. Le prime 2.500 sono già state effettuate dal 1 aprile al 18 giugno e altre 5mila sono programmate dalla terza decade di giugno a tutto agosto.

In agenda anche 2mila richiami, per i quali si sta definendo la lista degli appuntamenti.

L’efficacia del vaccino

Nel periodo 2006-2018 si sono verificati in Veneto 266 casi di Tbe, quasi tutti nelle aree montane o pedemontane. La provincia con il maggior numero di casi è stata proprio Belluno (153 casi), seguita da Treviso (61 casi) e Vicenza (39 casi).

Nel 2019 i nuovi casi sono stati 16, scesi a 7 nel 2020.

Per gli esperti i fattori della diminuzione sono diversi, ma un contributo importante è legato alla campagna di prevenzione sostenuta dalla Regione con la gratuità del vaccino nelle zone ad alta endemia (provincia di Belluno) e per alcune categorie a rischio (volontari del Soccorso alpino e della Protezione civile), riservando la possibilità di vaccinarsi a un prezzo agevolato per quanti lo desiderano e risiedono nel restante territorio veneto.

Resta il pericolo zecche

Il vaccino protegge dalla malattia causata dal virus della Tbe ma non protegge contro altre malattie (come ad esempio la Malattia di Lyme) trasmesse dalle zecche.

Nelle zone a rischio (ambienti naturali, boschi, parchi, giardini) è pertanto necessario adottare comunque tutte le precauzioni possibiliper evitare le punture di zecca.

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