Lyme: quando colpisce il cuore

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Cosa succede quando la malattia di Lyme colpisce il cuore?
Un recente studio dell’azienda sanitaria-universitaria di Trieste, pubblicato sulla rivista internazionale Pathogens, fa luce sul coinvolgimento cardiaco della malattia spiegando come si manifesta, come si riconosce, come si cura.

Un evento raro, ma rilevante

 

Quando la malattia di Lyme interessa il cuore prende il nome di cardite di Lyme.

È un evento raro ma rilevante e spesso si accompagna o segue le manifestazioni della pelle (eritema migrante), delle articolazioni e del sistema nervoso.

Può presentarsi da pochi giorni ad alcuni mesi dopo la puntura di zecca.

Colpisce soprattutto le persone giovani tra i 20 e i 40 anni e di frequente si verifica da giugno a dicembre.

 

I sintomi

 

La cardite di Lyme ha sintomi variabili e poco specifici.

Molto spesso (circa 90% dei casi) si presenta come blocco atrioventricolare, causando rallentamenti e anomalie del ritmo cardiaco di entità fluttuante che nello spazio di giorni, ore o addirittura minuti possono evolvere in gravità e regredire.

I principali sintomi del blocco atrioventricolare comprendono:

- mancanza o difficoltà di respiro (dispnea)

- senso di stordimento

- palpitazioni

- dolore toracico

- sensazione di mancamento o vertigini

- svenimento.

La cardite di Lyme richiede il monitoraggio continuo del ritmo cardiaco e può rendere necessario un pacemaker temporaneo.

 

La diagnosi

 

Il coinvolgimento cardiaco nella malattia di Lyme va sospettato in caso di blocco atrioventricolare in pazienti:

- con eritema migrante o altri sintomi della malattia

- con una storia di esposizione a morsi di zecca in aree endemiche, specialmente se giovani.

Per la conferma del sospetto diagnostico è necessario valutare i risultati dei test di laboratorio, dell’elettrocardiogramma e dell’ecocardiografia.

 

La cura

 

La cardite di Lyme è solitamente transitoria e autolimitante e la prognosi è buona per i pazienti che ricevono un trattamento antibiotico precoce.

Nella maggior parte dei casi l’infezione si risolve entro due settimane.

La terapia antibiotica va iniziata non appena sorge il sospetto clinico di malattia.

 

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