Lyme persistente: test su nuove terapie

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Due interessanti studi clinici in corso presso il Centro di ricerca per le malattie trasmesse dalle zecche della Columbia University (New York – USA) puntano a trattare i sintomi persistenti della malattia di Lyme post trattamento (PTLDS) con approcci innovativi, basati sull’utilizzo di specifiche tecniche di neurostimolazione.

Obiettivo dei ricercatori è valutare la sicurezza, la tollerabilità e l’efficacia di tali tecniche nel ridurre disturbi debilitanti come nebbia cerebrale, affaticamento, dolore muscolare e articolare, depressione e infiammazione che perdurano dopo il trattamento antibiotico.

 

La stimolazione transcranica a corrente continua (tDCS) per combattere la nebbia cerebrale

 

Il primo studio si concentra sulla stimolazione transcranica a corrente continua (tDCS), una tecnica non farmacologica e non invasiva che prevede l’utilizzo di un dispositivo in grado di somministrare una live stimolazione elettrica al cuoio capelluto.

Il trattamento è indolore e pensato per migliorare la funzione cognitiva nei pazienti che continuano a sperimentare difficoltà cognitive dopo aver affrontato un’infezione da Borrelia. L’intervento, della durata di quattro settimane, è svolto prevalentemente a domicilio, con un massimo di quattro visite presso il centro di ricerca di New York.

Il protocollo prevede sessioni di allenamento cognitivo computerizzato, abbinate alla stimolazione tDCS tramite un dispositivo indossabile.

I benefici attesi includono un miglioramento nella velocità di elaborazione mentale, nella gestione della fatica e nell’umore.

La tDCS è già stata sperimentata da alcuni studi pilota per il trattamento di malattie come ictus, Parkinson, Alzheimer e condizioni quali depressione e dipendenze.

 

La stimolazione del nervo vago auricolare (taVNS) per i sintomi sistemici

 

Il secondo studio indaga l’efficacia della stimolazione transcutanea del nervo vago auricolare (taVNS), una procedura che agisce su un punto specifico dell’orecchio per stimolare il nervo vago, uno dei principali “regolatori invisibili” del nostro organismo.

La taVNS è una tecnica semplice, non invasiva e sicura, pensata per essere praticata a casa. I ricercatori ritengono che questa stimolazione possa contribuire a ridurre dolore, affaticamento, con benefici anche per depressione e infiammazione ed effetti positivi sulle capacità cognitive.

A differenza delle tecniche VNS tradizionali, che richiedevano un impianto chirurgico, questa versione transcutanea elimina la necessità di interventi invasivi, rendendo l’approccio più accessibile. Lo studio ha una durata di quattro settimane e coinvolge i partecipanti sia tramite visite in presenza (3-5) sia online, per valutare sicurezza, efficacia e tollerabilità del trattamento.

 

Verso nuovi paradigmi terapeutici

 

Entrambe le sperimentazioni aprono la strada a un modo innovativo, più personalizzato e accessibile di affrontare i sintomi persistenti della malattia di Lyme.

L’interesse crescente per approcci neuromodulatori non invasivi, come tDCS e taVNS, riflette la necessità di trattamenti complementari e/o alternativi ai farmaci, specialmente per i pazienti che non rispondono ai protocolli di terapia convenzionali.

Sebbene le premesse siano incoraggianti, i ricercatori sottolineano l’importanza di proseguire gli studi clinici sia monitorarne effetti e benefici, sia perdefinire linee guida condivise e standardizzate sull’uso di queste tecniche emergenti.

 

 

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