Lyme: nuove prospettive di terapia

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Una ricerca della Tulane University (USA) ha rilevato “la maggiore efficacia di una combinazione di antibiotici nel trattamento della malattia di Lyme rispetto al ciclo comunemente prescritto di un singolo antibiotico”. La scoperta, pubblicata su Frontiers in Microbiology, fa seguito a una serie di sperimentazioni condotte in laboratorio su un modello murino e potrebbe aprire la strada a nuove cure, in particolare nei casi di mancata risposta al trattamento antibiotico standard.

I ricercatori hanno tuttavia commentato i risultati con cautela, indicando la necessità di “ulteriori studi preclinici sulle terapie antibiotiche combinate”.

 

Le prove sui farmaci

 

Lo studio ha analizzato quattro doppie combinazioni di antibiotici:

doxiciclina e ceftriaxone

- dapsone e rifampicina

- dapsone e clofazimina

- doxiciclina e cefotaxime

e tre triple combinazioni:

- doxiciclina, ceftriaxone e carbomicina;

- doxiciclina, cefotaxime e loratadina;

- dapsone, rifampicina e clofazimina.

La ricerca ha utilizzato i farmaci sia in monoterapia, sia nelle diverse combinazioni e ha condotto specifici test sul trattamento delle infezioni persistenti causate dal permanere di forme vitali di Borrelia – il battere responsabile della malattia di Lyme - dopo un ciclo antibiotico standard. I relativi casi sono stati identificati con molteplici metodi di rilevamento dell’agente infettivo.

 

Risultati

 

La sperimentazione condotta sui topi ha rilevato che:

- la monoterapia non sempre è in grado di eradicare completamente l’infezione

- nei casi di malattia persistente nessuno dei singoli antibiotici è risultato efficace dopo un ciclo di trattamento di 28 giorni

- le diverse combinazioni di farmaci hanno invece dato prova di poter debellare efficacemente l’infezione di lungo termine.

Per il team di ricerca gli esiti ottenuti “forniscono dati per dimostrare ulteriormente:

- la possibile persistenza della Borrelia dopo la monoterapia

- il potenziale della terapia di combinazione per prevenire l’infezione persistente dovuta all’azione della Borrelia

- la fattibilità di un regime terapeutico alternativo alla monoterapia per il trattamento dell’infezione disseminata che può portare alla malattia di Lyme post-trattamento (PTLDS)”.

 

Le prospettive

 

Lo studio rappresenta un passo significativo nel trattamento della malattia di Lyme, indicando cure alternative, potenzialmente valide, nel combattere le infezioni persistenti causate da Borrelie ancora vitali dopo il ciclo antibiotico standard.

I risultati suggeriscono tuttavia che occorrono ulteriori ricerche sui regimi antibiotici combinati, insieme a puntuali verifiche sulla loro efficacia e sugli eventuali effetti avversi, prima di poter ipotizzare l’avvio della sperimentazione clinica sull’uomo.

 

 

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