Lyme, la ricerca di nuovi test

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Un adesivo in grado di rilevare il DNA dei batteri che provocano la malattia di Lyme: è l’innovativo test rapido a cui sta lavorando l’università del Minnesota.

Il progetto, ancora in fase di sviluppo, annuncia un test semplice e di facile uso. Non appena tolta una zecca dalla pelle si applica l'adesivo sul sito del morso e, se la zecca ha trasmesso l’infezione, l'adesivo assume un certo colore, indicando il contagio.

 

Dal Minnesota alla Virginia

 

Non è l’unico test rapido in cui sono impegnati i centri di ricerca americani.

Il Virginia Polytechnic Institute and State University (meglio conosciuto come Virginia Tech) ha in fase avanzata un autotest sulle urine idoneo a rivelare la presenza dei batteri responsabili della malattia di Lyme già poche ore dopo aver contratto l’infezione.

Il test è ritenuto molto promettente ed ha ottenuto una sovvenzione di 1,2 milioni di dollari dal Dipartimento di Difesa americano.

 

Altri test all’orizzonte

 

L’anno scorso la fondazione “Steve and Alexandra Cohen” ha lanciato il LymeX Diagnostics Prize, un concorso con in palio fino a 10 milioni di dollari per accelerare lo sviluppo di nuove tecniche di rilevamento precoce della malattia di Lyme.

Ad oggi 10 gruppi di ricerca hanno superato il primo turno di selezione e sono stati chiamati a pianificare l’avanzamento del proprio prototipo di test.

Nell’insieme si tratta di proposte molto interessanti, che includono:

- tecnologie genomiche emergenti

- nuovi biomarcatori di malattia

- tecniche di imaging

- altri approcci diagnostici ad alto potenziale innovativo.

La conclusione della seconda fase del concorso è prevista per la fine anno con la nomina dei vincitori (fino a un massimo di 5), che potranno quindi fruire di importanti risorse tecniche ed economiche per accelerare la realizzazione delle soluzioni diagnostiche più promettenti.

 

I test attuali

 

Al momento i test più usati per la diagnosi della malattia di Lyme sono eseguiti in laboratorio e prevedono che un campione di sangue venga sottoposto a due tipi di esame.

Il primo, con funzione di screening, rivela la presenza di anticorpi contro i batteri responsabili della malattia. Se l’esito è positivo o dubbio viene eseguito un secondo esame, noto come test Western Blot, utile a confermare la presenza di anticorpi specifici per l’infezione.

La procedura, chiamata “a due livelli” e oggi considerata un fondamentale ausilio diagnostico, richiede di attendere 6-8 settimane dopo il morso di zecca per sottoporsi ai test, al fine di consentire agli anticorpi di raggiungere livelli rilevabili nel sangue.

L’esecuzione anticipata degli esami potrebbe quindi dare risultati falsamente negativi perché gli anticorpi non si sono ancora formati in misura adeguata e rilevabile.

Inoltre la positività dei test persiste anche dopo la cura antibiotica, con conseguente impossibilità di stabilirne gli effetti.

 

Perché nuovi test

 

Dietro la corsa a nuovi strumenti diagnostici c’è l’esigenza di disporre di test in grado di:

- favorire una diagnosi precoce e affidabile della malattia di Lyme, senza dover attendere i tempi necessari alla formazione degli anticorpi

- rilevare l’avvenuta guarigione dopo la cura antibiotica.

 

 

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