L’inarrestabile avanzata delle zecche

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L’Ixodes ricinus, comunemente chiamata la “zecca dei boschi”, è un vettore importante di varie malattie, come la borreliosi di Lyme e la Tbe (encefalite da zecche). A causa del cambiamento climatico si prevede che la sua distribuzione aumenterà, portando a un aumento anche delle malattie trasmesse.

Lo rivela uno studio realizzato dall’Università di Ankara (Turchia), pubblicato nei giorni scorsi dalla Cambridge University Press. Secondo gli autori l’analisi dei parametri microclimatici e macroclimatici suggerisce una significativa espansione delle zecche Ixodes ricinus nello spazio europeo, in particolare nell'Europa settentrionale e orientale.

 

I riscontri

 

Una indiretta conferma delle proiezioni elaborate dai ricercatori di Ankara viene dalle mappe del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), le quali mostrano un progressivo ampliamento dell’areale di distribuzione delle Ixodes ricinus all’interno della UE. Nel 2023 le rilevazioni periodiche dell’ECDC hanno indicato una crescita costante di nuove segnalazioni:

- 1780 a febbraio 2023

- 2618 ad agosto 2023

- 1057 a ottobre 2023.

I dati mostrano l’ampia presenza delle “zecche dei boschi” in una vasta area geografica che si estende dal Portogallo alla Russia, con nuovi insediamenti in:

- Islanda

- Finlandia settentrionale

- Nord della Sardegna

- parte della Sicilia orientale.

È un chiaro segnale che le zecche hanno modificato i loro modelli di distribuzione e sviluppato una notevole capacità di adattamento a diverse condizioni ambientali.

 

Monitoraggio, cambiamento climatico ed effetti sulla salute

 

Poiché le Ixodes ricinus possono trasmettere diversi agenti patogeni d’importanza medica, l’attività di sorveglianza sulla loro diffusione e le proiezioni sui futuri insediamenti hanno l’obiettivo di fornire indicazioni per elaborare strategie di prevenzione.

Le variazioni del clima e nei modelli delle precipitazioni contribuiscono a espandere il raggio d’azione delle zecche verso nuove aree geografiche, con siti di insediamento e riproduzione all’interno di zone un tempo considerate inospitali.

Periodi di prolungato bel tempo e temperature sopra la media stagionale, come quelle registrate nell’ultimo periodo, stanno inoltre estendono l’attività stagionale delle zecche con un incremento delle malattie legate al loro morso. Lo sottolinea l’ultimo aggiornamento del sistema di sorveglianza nazionale sui casi di Tbe neuro-invasiva, passati dai 45 del 10 ottobre ai 50 del 7 novembre 2024.

 

Il messaggio

 

Per proteggere la propria salute è necessario non abbassare la guardia e ricordare che le zecche possono rappresentare un rischio in ogni luogo all’aperto, praticamente tutto l’anno!

 

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Fonte immagine www.pexels.com