Lyme persistente: la ricerca delle cause
04 novembre 2024L’inarrestabile avanzata delle zecche
18 novembre 2024Un recente studio dell’Università di Yale (USA), pubblicato sul The Journal of Infectious Diseases, fa il punto sulle ricerche in corso sia per contrastare il morbo di Lyme, sia per delineare il nuovo approccio vaccinale anti-zecche.
I vaccini anti-Lyme
Le attuali strategie di immunizzazione sono mirate alla Borrelia, il battere responsabile della malattia di Lyme.
Della Borrelia esistono più specie in grado di causare l’infezione.
- in Europa le più diffuse sono tre: la Borrelia afzelii, la Borrelia garinii e la Borrelia sensu stricto che hanno come vettore principale la zecca dei boschi (Ixodes ricinus)
- in Nord-America prevale la Borrelia sensu stricto trasmessa principalmente dalla zecca dei cervi (Ixodes scapularis)
- nei Paesi asiatici è presente soprattutto la Borrelia garinii diffusa dalla zecca della taiga (Ixodes persulcatus).
Il vaccino di Pfizer e Valneva intende fornire protezione contro diverse specie di Borrelia e i risultati finora ottenuti dalla sperimentazione clinica sembrano promettenti.
Ulteriori studi sono orientati a testare altre formule vaccinali, come la piattaforma di RNA messaggero. Finora sperimentata solo sui topi, ha dato prova di limitare l'infezione e proteggere parzialmente dai sintomi della malattia di Lyme.
I vaccini anti-zecca
Invece di colpire una singola infezione, i vaccini anti-zecca si propongono di inibire l'alimentazione delle zecche, ostacolando così la trasmissione dei tanti agenti infettivi che le zecche possono veicolare durante il pasto.
Si tratta di un approccio innovativo, perché un singolo vaccino potrebbe bloccare la trasmissione di più malattie, semplicemente impedendo alle zecche di nutrirsi su un ospite vaccinato.
Un nuovo vaccino anti-zecche sperimentato Uguanda su allevamenti bovini ha fornito risultati molto incoraggianti, dimostrando una buona efficacia protettiva (98,8%) contro più infestazioni di zecche.
L’impegno europeo per un vaccino anti-zecca
Il progressivo aumento dei casi di malattia di Lyme, encefalite da zecche (Tbe) e babesiosi ha indotto l’Unione Europea a finanziare con quasi 3 milioni di euro il progetto ANTIDotE per lo sviluppo di un vaccino anti-zecca espressamente rivolto alla prevenzione delle infezionitrasmesse dall’Ixodes ricinus, la zecca dei boschi più diffusa in Europa, principale vettore del morbo di Lyme e della Tbe.
Attraverso la collaborazione di esperti in biologia delle zecche, genetica e bioinformatica, immunologia, vaccinologia ANTIDotE ha consentito di migliorare le conoscenze:
- sui processi molecolari coinvolti nell'alimentazione delle zecche Ixodes ricinus
- sulle modalità di trasmissione di patogeni come: il virus della Tbe, il batterio di Lyme e il protozoo della babesia
- sui meccanismi di risposta del sistema immunitario.
Ha inoltre contribuito:
- a far avanzare gli studi per identificare nuovi vaccini anti-zecca
- a fornire la prova di concetto che tali vaccini possono prevenire la trasmissione di molteplici patogeni dalle zecche nell'uomo, proteggendo da più malattie.
L’orizzonte dei vaccini “ottimizzati”
I progressi compiuti dalla vaccinologia attraverso l'applicazione di tecnologie immunogenetiche e omiche segnalano anche l’utilità di orientare le ricerche su vaccini anti-zecca basati:
- sulle specie di zecca più diffuse in una determinata a area geografica
- sugli agenti infettivi di cui sono vettrici.
Tale approccio dovrebbe portare allo sviluppo di vaccini altamente protettivi poiché “ottimizzati” sull’ecologia locale delle zecche e dei loro patogeni.
Le previsioni
Oggi esiste un vaccino “collaudato” contro l’encefalite da zecche e c’è un notevole impegno allo sviluppo di vaccini contro la malattia di Lyme.
Il passaggio ai vaccini anti-zecca rappresenta una strategia innovativa, che ha il potenziale di prevenire diverse infezioni. Sono tuttavia necessari ulteriori studi e ricerche per tradurre le scoperte finora realizzate in questa direzione in un farmaco sicuro, con ampie e dimostrate capacità protettive.
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