La potenziale gravità della Tbe è confermata da due decessi e dall’ampio strascico di conseguenze a lungo termine in una percentuale sostanziale di pazienti, che continua a manifestare nel tempo: memoria compromessa, concentrazione ridotta, difficoltà a camminare e coordinare i movimenti, mal di testa, problemi di equilibrio se non problemi più gravi che costringono i pazienti permanentemente a letto.
Il primato del Triveneto
Quasi tutti i casi di encefalite da zecche accertati nel 2024 appartengono al Nord-Est italiano, che si conferma territorio endemico per la Tbe.
In cima alla classifica resta il Veneto con 28 casi, seguito da:
- Trentino-Alto Adige: 14 casi (di cui 9 riferiti alla provincia di Trento e 5 alla provincia di Bolzano)
- Friuli Venezia Giulia: 2 casi.
Esenti le altre regioni, con l’unica eccezione del Lazio, dove si è registrato un unico caso di malattia.
L’andamento stagionale
Anche quest’anno l’encefalite da zecca ha mostrato un caratteristico andamento stagionale.
Il picco delle infezioni si è verificato a luglio, con 19 casi, diventati 31 ad agosto, 40 a settembre e 45 nella prima settimana di ottobre.
L’importanza della prevenzione
Per la Tbe non esiste una cura specifica, ma sono possibili solo trattamenti di supporto e nei casi più severi è necessario il ricovero in ospedale.
È tuttavia possibile prevenire la malattia con la vaccinazione, consigliata dalle autorità sanitarie delle Regioni più colpite e in vari casi sostenuta con programmi vaccinali gratuiti per i residenti e per soggetti appartenenti ad alcune categorie a rischio.
Le precauzioni
Le stesse zecche che trasmettono la Tbe sono responsabili anche della malattia di Lyme, curabile con antibiotici ma non prevenibile con la vaccinazione.
In caso di attività all’aperto è quindi sempre opportuno evitare i morsi di zecca:
- usando repellenti (contro le zecche);
- indossando abiti che coprono quanto più possibile il corpo;
- verificando regolarmente se ci sono zecche sulla pelle (in particolare dopo le attività);
- togliendo subito le eventuali zecche trovate.
Anche se nel periodo primaverile-estivo e primo-autunnale si corrono i rischi maggiori occorre tener conto che le zecche possono restare attive tutto l’anno e rappresentare un’insidia anche da dicembre a febbraio, soprattutto nell’eventualità di autunni e inverni temperati.
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Fonte immagine https://www.epicentro.iss.it/arbovirosi/dashboard