Zecche e Google

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Uno studio dell’Università di Copenaghen indica l’utilità di utilizzare Google e i suoi strumenti per monitorare la diffusione delle zecche e delle malattie da loro trasmesse.

Secondo Moestrup Jensen, professore associato del Dipartimento di scienze vegetali e ambientali dell'Università svedese, le persone che hanno subito un morso di zecca cercano informazioni nel web, spesso rivolgendosi a Google.

Queste ricerche generano una mole enorme di dati, la cui elaborazione geolocalizzata consente di sapere dove e in quali periodi dell’anno le zecche sono attive, ottenendo indicazioni anche sull’espansione delle malattie di cui sono efficienti vettori.

 

10 anni di ricerche in internet

 

Utilizzando Google Trends - un immenso database di informazioni tratto dagli oltre 5 miliardi di accessi quotidiani effettuati su Google – gli studiosi dell’Università di Copenaghen hanno analizzato 10 anni di ricerche condotte in internet da persone residenti in Danimarca e in altri nove stati europei, digitando la parola chiave “zecca”.

Secondo il prof. Jensen i risultati ottenuti hanno dimostrato una correlazione molto chiara tra le ricerche effettuate e i picchi stagionali di massima attività delle zecche.

L’analisi geospaziale dei dati ha inoltre consentito di visualizzare geograficamente i territori interessati dalle ricerche e di ottenere quindi delle mappe di rischio.

 

Le indicazioni di Google Trends

 

Per i ricercatori danesi i comportamenti digitali delle persone morse da una zecca, rielaborati da Google Trends, permettono di:

- monitorare in modo affidabile la distribuzione geografica delle zecche nei vari territori e nei diversi periodi dell’anno,

- ottenere modelli attendibili sulla diffusione delle malattie da loro trasmesse (come la Tbe e la borreliosi di Lyme).

“Google Trends è un servizio unico e gratuito, capace di fornirci conoscenze che solitamente non siamo in grado di acquisire” ha dichiarato il prof. Jensen e, pur aggiungendo che “bisogna fare attenzione quando si utilizzano i suoi dati perché non sono privi di incertezze”, suggerisce l’ipotesi che, usati correttamente, “abbiano un livello di accuratezza abbastanza elevato”.

 

L’invito a fare Googling (ovvero ricerche con Google)

 

Da qui il singolare invito del docente di Copenaghen: “se vieni morso da una zecca e vuoi informazioni perché hai dubbi o incertezze, cerca online, aiuterai a far progredire la ricerca scientifica".

Peccato che il prof. Jensen non abbia aggiunto: attenzione alle notizie che troverai, il web è zeppo di pericolose bufale e fake-news, difficili da scovare anche per Google!

 

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