Tbe: i casi in Italia

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L’Istituto superiore di sanità ha pubblicato i dati sui casi di encefalite da zecche (Tbe) accertati in Italia dal 1° gennaio al 9 ottobre 2023. Complessivamente sono 42 (il 5% in più rispetto a ottobre 2022) e si riferiscono ai soli casi di «malattia neuro-invasiva» con severo coinvolgimento del sistema nervoso centrale.

Si tratta di circa il 20-30% dei casi reali. Il conteggio infatti non tiene conto:

- dei casi a guarigione spontanea (circa il 30%)

- con decorso moderato (febbre e sintomi simil-influenzali).

 

La distribuzione geografica

 

La rilevazione conferma il Nord-Est italiano come area endemica per la Tbe.

In cima alla classifica il Veneto, con 18 casi, seguito da:

- Provincia Autonoma di Trento (12 casi),

- Friuli Venezia Giulia (6 casi),

- Provincia Autonoma di Bolzano (3 casi)

- Emilia-Romagna (3 casi).

 

Il confronto con lo scorso anno

 

Rispetto a un anno fa le regioni interessate presentano alcune significative fluttuazioni.

Se in Veneto i casi sono diminuiti di oltre il 30% (da 27 a 18 casi), in provincia di Trento e in Friuli Venezia Giulia sono raddoppiati (da 6 a 12 casi e da 3 a 6 casi).

La Tbe ricompare inoltre in provincia di Bolzano dopo la pausa del 2022 (da 0 a 3 casi) e registra una leggera crescita in Emilia-Romagna (da 2 a 3 casi).

Aumenta inoltre l’età media delle persone colpite (da 54 a 59 anni), con netta prevalenza del sesso maschile.

 

Numeri destinati a salire?

 

L’Istituto superiore di sanità precisa che i dati del 2023 sono provvisori e attraverso le rilevazioni periodiche segnala che lo scorso anno la Tbe:

- ha registrato un numero elevato di casi nel tardo autunno (32 casi tra novembre e dicembre)

- ha causato due decessi, rivelandosi una malattia potenzialmente grave e ad esito mortale.

 

Il ruolo della prevenzione

 

Le cifre spiegano l’appello alla vaccinazione diffuso dalle autorità sanitarie delle regioni più colpite.

Indicano inoltre l’importanza di usare prudenza e assumere comportamenti di prevenzione personale durante passeggiate ed escursioni in aree boschive e naturali e, più in generale, quando si fanno attività all’aperto soprattutto in questo periodo, contrassegnato da:

- temperature ancora elevate e non di rado quasi estive

- un’elevata attività stagionale delle zecche.

Entrambe le situazioni aumentano il rischio di subire punture infettanti.

 

Il consiglio

 

Per la Tbe non esiste una terapia specifica, ma sono possibili solo trattamenti di supporto.

È quindi consigliato ricorrere sempreal medico in caso di:

- febbre sospetta e aspecifica

- notevole malessere generale

- forte mal di testa

- fotofobia.

 

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