Lyme, le promesse di un nuovo test

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I ricercatori della Tufts University School of Medicine di Boston (USA) hanno annunciato la possibilità di un test per diagnosticare precocemente la malattia di Lyme, monitorare la risposta al trattamento antibiotico e accertare i casi di reinfezione.

La notizia fa seguito ai risultati di uno studio pubblicato il 15 marzo 2022 sul Journal of Clinical Investigation che annuncia la scoperta di un nuovo anticorpo in grado di rivelare l’infezione con notevole anticipo e stabilire il successo delle cure.

 

Cosa dice lo studio

 

Secondo gli scienziati americani la Borrelia - agente infettivo della malattia di Lyme - ricava alcuni nutrienti necessari alla crescita, come i grassi chiamati fosfolipidi, direttamente dall'ospite e li mette sulla sua superficie.

Il sistema immunitario dell’ospite reagisce sviluppando anticorpi contro i fosfolipidi che:

- si manifestano molto più rapidamente degli anticorpi tradizionali

- tendono a scomparire altrettanto rapidamente quando la cura antibiotica ha successo e neutralizza la Borrelia.

Un test in grado di rilevare gli anticorpi anti-fosfolipidi permetterebbe quindi di:

- diagnosticare precocemente la malattia di Lyme

- verificare se il trattamento antibiotico sta funzionando

- identificare i pazienti che si sono reinfettati.

 

I test tradizionali

 

I test attualmente utilizzati per confermare la malattia di Lyme sono quelli sierologici (ELISA - Immunoblot) e individuano gli anticorpi prodotti dal sistema immunitario in risposta all’infezione provocata dalla Borrelia.

Nonostante la loro accuratezza:

- sono poco sensibili nei giorni immediatamente successivi al morso di zecca

- la loro capacità diagnostica aumenta dopo alcune settimane di infezione

- rilevano la presenza di anticorpi per molto tempo, talora anche per anni.

Di conseguenza i test attuali non sono in grado di distinguere tra infezione attiva e infezione passata e, nel caso di sintomi persistenti, di stabilire se il paziente soffre della Sindrome post trattamento della malattia di Lyme (PTLDS), non ha ricevuto una terapia adeguata e la Borrelia è ancora attiva, soffre di altre patologie".

Un test basato sul riconoscimento di anticorpi precoci, come gli anticorpi anti-fosfolipidi, potrebbe quindi colmare i limiti degli attuali metodi di indagine, anticipare la diagnosi e riferire l’esito della terapia.

 

Le previsioni su un nuovo test diagnostico

 

Per il suo potenziale innovativo la scoperta della Tufts University School of Medicine di Boston è tutelata da un brevetto provvisorio.

Se ulteriori ricerche confermeranno le rivelazioni sugli anticorpi anti-fosfolipidi è possibile prevedere la cessione del brevetto a un’azienda diagnostica per lo sviluppo di una versione “commerciale” del test.

I tempi però non saranno brevi.

A parere dei ricercatori americani è presto per fare previsioni, ma ci vorranno almenoun paio d'anni.

 

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Fonte immagine: https://now.tufts.edu

Peter Gwynne, ricercatore presso la Tufts University School of Medicine e autore principale della ricerca sugli anticorpi antifosfolipidi