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Trovare una zecca sulla pelle non deve allarmare, ma non va sottovalutato e in caso di reazioni bisogna rivolgersi subito al medico.

Lo conferma il caso della donna morta in Sardegna pochi giorni fa a causa della Febbre bottonosa del Mediterraneo, una infezione trasmessa dalla zecca del cane (Rhipicephalus sanguineus).

La malattia ha solitamente un decorso benigno, ma può diventare grave e addirittura letale negli anziani e nelle persone con salute già compromessa, o in caso di ritardo nelle cure.

 

I 3 sintomi a cui fare attenzione

 

La Febbre bottonosa del Mediterraneo ha tre segni caratteristici:

- febbre alta che compare all’improvviso, accompagnata da mal di testa, stanchezza, dolori ai muscoli e alle articolazioni,

- rash cutaneo: un’eruzione maculo papulosa che si manifesta sul tronco e sugli arti, spesso visibile sul palmo delle mani e sulla pianta dei piedi,

- tache-noire (macchia nera): una piccola ulcera a forma di bottone e, con una macchia scura al centro, visibile nel punto dove si è verificata la puntura di zecca.

Il riconoscimento dei sintomi facilita la diagnosi e consente di iniziare subito il trattamento antibiotico, risolutivo nella maggior parte dei casi.

Una pronta terapia evita anche il sorgere di possibili complicazioni a carico dell’apparato cardiovascolare, renale e del sistema nervoso centrale.

 

I luoghi a rischio

 

La Febbre bottonosa del Mediterraneo è diffusa soprattutto nelle regioni del Sud Italia, in Sicilia e in Sardegna.

Ha un’incidenza di circa 400 casi all’anno, la maggior parte dei quali si verifica nelle aree a economia agro-pastorale dove il rapporto tra l’uomo e il cane è molto stretto.

 

La stagionalità

 

Quasi il 95% dei casi si osserva nei mesi di maggio, giugno, luglio e agosto, in corrispondenza al periodo di massima attività delle zecche.

 

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