Covid più grave con il Lyme?

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Un report scientifico pubblicato lo scorso 24 settembre sulla rivista Nature indica un decorso più severo dell'infezione da Covid-19 in pazienti con storia di malattia di Lyme.

Pur non essendo chiari i meccanismi di questa correlazione i ricercatori ritengono che la Borreliosi e altre patologie derivanti dal morso di zecca possano aggravare il quadro clinico causato dal virus SARS-CoV-2.

 

L’indagine

 

Lo studio ha analizzato 3 gruppi di pazienti:

- 31 ricoverati in ospedale con Covid-19 grave, risultati tutti positivi ai test per la malattia di Lyme

- 28 pazienti con Covid-19 lieve o asintomatico, trattati a casa o inconsapevoli di essere infetti, 19 dei quali risultati positivi ai test

- 28 persone senza diagnosi e storia di COVID-19, delle quali solo 8 hanno rivelato anticorpi contro l’agente responsabile della Borreliosi.

 

Le conclusioni

 

In base ai dati raccolti i ricercatori hanno formulato due ipotesi:

- un aumento dei rischi in COVID-19 per le persone con storia di punture di zecche e infezioni correlate

- la possibilità che la malattia di Lyme sia in grado di “influenzare il sistema immunitario, diminuendo la sua efficacia nelle risposte all'infezione virale” da SARS-CoV-2.

Per confermare l’associazione tra malattia di Lyme e forme gravi di Covid-19 sono tuttavia necessari ulteriori studi.

Le condizioni al momento riconosciute cruciali nei pazienti Covid sono:

- diabete,

- malattie cardiovascolari,

- cancro,

- disturbi polmonari,

- disturbi immunologici,

- obesità,

- età avanzata.

I ricercatori ritengono comunque che le persone con pregressa diagnosi di malattia di Lyme siano a più alto rischio di ospedalizzazione qualora infettate dal Sars-CoV-2.

 

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