Antibiotico dopo il morso di zecca?

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Ci sono opinioni contrastanti sull’uso di antibiotici dopo il morso di zecca perché mancano certezze sull’utilità e l’efficacia del trattamento precoce nel prevenire la malattia di Lyme.

Una ricerca scientifica, pubblicata alla fine dello scorso anno, ha fatto il punto sugli studi realizzati dal 1° gennaio 1962 al 23 marzo 2021 evidenziando che, in assenza di ulteriori conferme, “l'impiego di routine della profilassi antibiotica non è raccomandato dopo una puntura di zecca”.

 

Le discordanze scientifiche

 

Sulla base di 4.515 studi analizzati la ricerca ha dimostrato l’insufficiente potenza dei dati a supporto del trattamento preventivo per effetto di:

- risultati statistici basati su campioni limitati di persone

- utilizzo di antibiotici differenti (doxiciclina, ceftriaxone, azitromicina)

- diversità di dosaggi e di vie di somministrazione (orale, per endovena, topico)

- difforme durata del trattamento preventivo (da 1 a 10 giorni).

 

Gli effetti collaterali

 

La ricerca ha inoltre sottolineato che:

- l’impiego di antibiotici non è privo di effetti collaterali

- le ripetute somministrazioni preventive potrebbero aumentare fortemente il rischio di reazioni avverse.

 

Le contraddizioni delle linee guida internazionali

 

Accanto all’eterogeneità degli studi la ricerca ha riassunto le discordanze contenute nelle linee guida internazionali, ricordando che:

- nel 2014, l’International Lyme and Associated Diseases Society (ILADS) ha suggerito una pronta profilassi con doxiciclina 100-200 mg due volte al giorno per un minimo di 20 giorni per tutti i morsi di zecca Ixodes

- nel 2019, le linee guida delle società scientifiche francesi hanno dichiarato che l'avvio di una terapia antibiotica non è raccomandato, indipendentemente dall'età del paziente e dalla durata dell'attaccamento delle zecche

- nel 2020, le linee guida dell’Infectious Diseases Society of America di (IDSA), American Academy of Neurology (AAN) e American College of Rheumatology (ACR) hanno stabilito la somministrazione di una singola dose di doxiciclina orale entro 72 ore dalla rimozione delle zecche in tutte le fasce d'età.

A spiegazione dei differenti approcci al trattamento preventivo la ricerca ha rimarcato le diverse specie di zecche (Ixodes) e di sottospecie di Borrelia (agente causale della malattia di Lyme) circolanti negli Stati Uniti e in Europa.

 

I limiti evidenziati dalla ricerca

 

Nessuno degli studi ha considerato l’impatto di una pronta terapia antibiotica:

- sulle coinfezioni che possono accompagnare la malattia di Lyme, rivelando una carenza di prove sulla sua efficacia quando l’infezione da Borrelia è associata ad altre infezioni trasmesse dal medesimo morso di zecca

- sull’antibiotico-resistenza indotta da un indiscriminato trattamento terapeutico a scopo preventivo.

 

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